SCRITTI SUL TEMA DEL SACRO
… Siamo arrivati a identificare… le peculiarità dell'opera di Collina: la pittura dipinta; la trasmutazione; lo sguardo esterno (non perché distaccato ma perché strutturante), la ricerca della materia del colore, non del colore della materia. Tutto ciò risulta elevato a esplicita consapevolezza formale nell'ultima stagione tematica dell'artista che prende, grosso modo, dal 1991 a oggi: la stagione del tema "sacro", o - espressione più congeniale dell'autore - "sacrale". Era dalla prima metà degli Anni Ottanta… che il lavoro di Collina non si condensava… sul corpo. Corpi di Martiri, angeli, demoni, una sacra rappresentazione di polvere, carta di giornale e colla dipinta con pennellata corposa e sicura, negli inediti toni del verde, del rosso, dell'azzurro più trasparente. Corpi fluttuanti, il più delle volte fuori scala (si tratta talora di tele smisurate); corpi "sgradevoli", come impasti e concrezioni luteomorfiche, quasi ad ammonire, agostinianamente, che la deformitas è Dei-formitas e che proprio dal fango principiò la Creazione.
Da: Domenico Montalto, Collina, senso di un percorso Catalogo mostra Giuliano Collina, opere 1962-1995, Galleria Bellinzona, Milano
… Le composizioni di Collina riflettono questo senso di instabilità e di sdoppiamento. Le sue figure inciampano, a volte combattono con la loro ombra una misteriosa lotta con l'angelo, sembrano soffrire di capogiro, di nausea, passano da un azzurro angelico a un rosso demonico come per effetto di improvvisa alterazione della psiche. Sono oggi le più vicine alle figure inquietanti di Bacon.
Da: Luigi Carluccio, Giuliano Collina In "Panorama", 24 maggio 1977
… Così accade che accanto alla figura baleni d'improvviso la sua ombra, ed essa sia un'altra presenza, non meno reale, più inquietante forse, per l'ambiguità che essa desta… E' il caso degli angeli, presenze tra psichiche e "reali", non eccentriche del resto a quel prospettare oggetti e figure in un impasto solo apparentemente realistico, perché non privo di una forte vita immaginaria, quella vita che nasconde nel dilatarsi abnorme della forma il presagio dell'immanenza del fantasma. Qui, negli angeli, il fantasma si è fatto carne, tenta una sua non effimera presenza, ambigua di doppiezze nello slancio d'una caduta o d'un abbraccio, forte come può esserlo un'interiorizzata figura d'esperienza.
Da: Gianfranco Bruno, Giuliano Collina Catalogo mostra Galleria Italiana Arte, Busto Arsizio, 1979
… Si ha l'impressione che la scelta del tema sacro, dominante nella produzione pittorica di Collina negli anni più recenti, non modifichi la sua fondamentale ricerca linguistica ed espressiva, che procede per nuclei tematici dove il soggetto appare essenzialmente come un pretesto per dipingere. Proprio il gusto della pittura, in fondo, è quello che conta, per esempio, nel Corpo deposto: una figura tragica nella sua materiale matericità… … per un pittore è la pittura il principale dato di realtà: la propria e quella degli altri; e ancora, la pittura e la sua percezione. Nascono da incontri del genere quadri come Le mani offerenti, che rivisitano e raccontano con tutt'altra intonazione la mani di un'Annunciazione di Lorenzo Lotto, oppure l'Angelo in abito rosso, sviluppo di un'idea figurativa suscitata dall'incontro con un dipinto di Giotto guardato in una riproduzione di bassa qualità, in ogni caso più che sufficiente per far scattare l'immaginazione e il desiderio di darle forma.
Da: Antonello Negri, Per una sacra composizione Catalogo Galleria delle Ore, Milano 1994
… Questo approdo all'arte sacra è anche un modo, io credo, per oggettivare il proprio discorso artistico, per interrompere il filo diretto con la propria autobiografia pittorica e presentare quindi delle opere d'arte che, spogliate di ogni riferimento contingente, ci appaiono come le antiche pale d'altare apparivano al pubblico del '400 e del '5oo. Anche se a ben vedere i paesaggi lariani sono sempre rintracciabili in quelle figure vaganti tra i neri e i grigi dei suoi sfondi…
Da Sergio Rossi, Giuliano Collina. "Martiri, angeli e demoni" Catalogo mostra Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Roma, 1994
… Ma il terreno sul quale si muove certamente è quello di una condizione del sacro del tutto riscoperta entro la dimensione dell'umano, esattamente anzi entro la dimensione esistenziale. Con la quale si è trovato a fare i conti da sempre e in particolare già da metà degli anni Settanta, in quel suo espressionismo violentemente figurativo nel quale è venuto allora esprimendo un'attenzione più raccolta su figure in interni suggeriti in una sorta di spiazzante precipitazione prospettica, in un disegno cromatico filamentoso e insinuante.
Da Enrico Crispolti, Una sacralità esistenziale Catalogo mostra Giuliano Collina: Uomini e Angeli, Salone San Francesco, Como, 1998
… Il tema del sacro appare dunque come la complessa tessitura di una visione del mondo, vitale, ma non piegata alle illusioni, disponibile, ma disincantata, consapevole del tragico e del dolore, come parte integrante del nostro essere uomini; il tema del sacro è uno schema di riferimenti e di emozioni, ricostruito attorno ad uno dei nodi essenziali della storia universale. Sarebbe tuttavia miope non considerare e ampliare contemporaneamente, la vicenda evocativa del dramma a quella della pittura; già lo notava alcuni anni fa Antonello Negri, uno dei primi interpreti delle immagini che formano il ciclo che qui si presenta: si direbbe che il tema del sacro "non modifichi la fondamentale ricerca linguistica ed espressiva, che procede per nuclei tematici dove il soggetto appare essenzialmente come un pretesto per dipingere".
Da Mauro Corradini, Il tema sacro nella recente produzione di Giuliano Collina Catalogo mostra Giuliano Collina: Uomini e Angeli, Salone San Francesco, Como, 1998